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martedì 29 maggio 2012

Terremotati e terremoti

E l'Italia trema ancora.
Stamattina una scossa di magnitudo 5.8 ha portato distruzione e morte tra le città dell'Emilia Romagna. Come se non bastasse la crisi con annessi e connessi. Le paranoie, le ansie. Le vittime di queste stato di cose. La società in frantumi, la politica che perde pezzi. Un Paese in bilico. E ora la natura, che sembra quasi si ribelli a un dispotismo diffuso, e che sferza colpi finali.
Dopo l'Abruzzo l'Emilia Romagna. A rimetterci sono sempre i più deboli. Migliaia di persone nelle tendopoli, costrette a rinunciare a quello di cui non possiamo fare a meno nella quotidianità giornaliera. Oggetti che sono indispensabili o perlomeno crediamo lo siano. Oggetti che d'un tratto sono inutili dinanzi a simili tragedie. 
In mezzo a cumuli di macerie, prevaricano i sentimenti reali. La tristezza, lo sconforto, la paura. E ci sentiamo più soli, più di quanto succede nella corsa contro il tempo. Questo è il momento per fermarci. E per pensare che la vita va guardata da un'altra prospettiva.

lunedì 28 maggio 2012

La libertà violata

Si chiamava Kaur Balwinde, aveva 27 anni e si era trasferita in Italia dall'India. Mamma di un bimbo di cinque anni, ne aspettava un altro da tre mesi. Non si sono avute sue notizie per due settimane, fino a quando il suo corpo è stato ritrovato nel fiume Po. Un'ennesima tragedia familiare, forse annunciata, forse celata, per quel senso di vergogna che spesso si porta addosso senza che abbia ragione di esistere.
Kaur Balwinde è stata strangolata dal marito per motivi di gelosia, perché voleva vestire all'occidentale, così hanno scritto le testate giornalistiche. Ma i rapporti tra un uomo e una donna possono essere difficili, complicati, troppo spesso tenebrosi e violenti. Oggi il più delle volte le relazioni mettono in luce un sentimento di possesso macabro e malato. Che dei sentimenti puri non racchiude nemmeno la sfumatura più sottile. L'amore è un'altra cosa.
Kaur Balwinde è l'ennesima vittima di un modo di concepire la donna come un oggetto da manipolare, usare e poi buttare via, quando smette di obbedire a comandi ed esigenze maschiliste, che dovrebbero essere morte nella notte dei tempi, mentre invece continuano ad uccidere e torturare il corpo e l'anima di chi vuole solo essere libera. Come voleva esserlo Kaur.

domenica 27 maggio 2012

Vogliamo un mondo nuovo

"Il mondo nuovo" non è il titolo di un film, né di un libro. - Anzi lo è, in entrambi i casi! - "Il mondo nuovo" è la voglia di mettersi in gioco tramite la melodia che da secoli e secoli è capace di affascinare gli individui: la musica.
La musica è il più delle volte la chiave di tutto. La musica il più delle volte è l'essenza di un momento, di un giorno, di un'ora, di un istante, di un viaggio, di un sogno, di un'aspettativa, di un desiderio. La musica sa anche parlare di politica, di sociale, di vita, di storie.
E così Pierpaolo Capovilla e la sua band, il Teatro degli Orrori, ci regalano sedici tracce che parlano del nostro Paese, tra sconfitte, delusioni, partenze, addii e sentimenti. La rock band ci racconta come stiamo andando a fondo e come proviamo a risalire, in un vortice di emozioni cantate, suonate, urlate e vissute. Che poi è quello che conta: vivere.

mercoledì 23 maggio 2012

Ciao Melissa

I sogni di una ragazza sono stati infranti. In un fragore colossale sono esplosi, si sono frantumati senza possibilità alcuna di poterli ricomporre. Colpa di un ordigno malefico, progettato per distruggere, per uccidere, per privare della vita, delle speranze, della gioia, della curiosità. Dell'essere giovane, bella, innamorata, felice, triste, allegra. Dell'essere una futura donna che pensa al suo domani. A sedici anni la morte non compare nei pensieri, non è sinonimo di una forza violenta e brutale che ti annienta e ti porta via in un istante. A sedici anni vuoi vivere, dando e ricevendo il massimo. Melissa Bassi è l'ennesima vittima di un qualcosa che ancora non sappiamo definire. Un qualcosa che ha i tratti della furia, della pazzia, dell'odio. Un qualcosa che colpisce i deboli perché sono indifesi.
Nel ventesimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, insieme a sua moglie e alla sua scorta, non è cambiato nulla. La mafia c'è e tesse le trame dei suoi giochi perversi. La mafia ed ogni altra forma di ingiustizia. Melissa Bassi è l'ennesima vittima dell'ingiustizia, dell'illegalità, della noncuranza dell'altro in quanto persona. 
E, in tutto questo, noi dove siamo? Con chi stiamo? Dove ci sediamo? Tutti i giorni bisognerebbe compiere piccoli passi, avendo nella testa grandi progetti per pulire questo lercio che ci circonda. Non dobbiamo abbassarci, ma credere nel presente, un dono da costruire, edificare, per stare beni con se' stessi e con gli altri. Bisogna ripartire dai valori, parola che non compare quasi più nella frenetica corsa dei nostri giorni. Perché sono proprio i valori che provano a toglierci. Con il cuore e con la testa, con il coraggio e con l'umiltà, ce li riprenderemo. Non riusciranno a privarcene, non ce la faranno a spegnere le candele della libertà.

giovedì 10 maggio 2012

La realtà è che c'è da fare

Policlinico di Napoli, caos, gente, attese, grandi padiglioni, distanze. Malattie, angoscia, voglia di vivere. Lavoro, fatica, diagnosi, cure, medicine, interventi. Dottori, studenti, tirocinanti, infermieri, pazienti, amici, genitori, parenti. Ho visto tutto, ho visto questo. Ho letto la speranza di chi sa che non c'è nulla da fare e di chi non ce la farà. Ho guardato la rassegnazione e mi ha fatto pensare. Ho sentito la paura come un brivido sulla pelle. Ho osservato le paure altrui.
La vita è un mistero, non so quante volte mi sono trovata dinanzi a questa frase. Sarà anche un mistero, ma è ancor più misterioso sapere come da queste parti si riesce ad andare avanti. Una malattia ti logora, ribalta gli equilibri di una famiglia, mette a durissima prova una stabilità costruita in un tempo indefinibile, abbatte chi non ha raggiunto ancora quella stabilità. E il disagio (forse termine troppo riduttivo) si amplifica quando hai intorno a te carenze strutturali e professionali che fatichi a immaginare se non ci sei dentro. La vera malattia si vede da dentro, il resto sono supposizioni, frasi, congetture. La vera malattia siamo anche noi, quando "ci stanno bene" il favore, la raccomandazione, il piacere... Chi più ne ha più ne metta. Il male del secolo è che non ci sta a cuore gridare che vogliamo una terra giusta, onesta, corretta. Che vogliamo diritti garantiti, serietà, trovare una mano tesa nei momenti più difficili. Che nei percorsi più bui vogliamo il diritto alla salute. Ed essere ascoltati.
Io una luce oggi l'ho vista. Era quella della passione per il proprio mestiere, che si porta avanti anche quando tutto intorno cade a pezzi (e non in senso metaforico). 

Storie da film, storie di vita


E' passato un pò di tempo da quando vidi al cinema Quasi amici, la pellicola francese, ispirata ad una storia realmente accaduta, che ha "sbancato" al botteghino. Un successo più che meritato.
Una storia di apparenti e manifeste diversità. I due protagonisti vivono un'esistenza agli antipodi: uno è ricco ma paraplegico, immobile su una tecnologica sedia a rotelle; l'altro è giovane, sano e robusto, ma tira a campare col sussidio di disoccupazione (NB: vedi cosa è il reddito minimo garantito in Francia...). Cosa unisce le loro vite? Il bisogno l'uno dell'altro. Philippe è rapito dall'irresistibile simpatia di Dris. Dris non bada alla malattia di Philippe. I due personaggi sono ironici, comici, teneri e semplicemente amici e complici. Imparano a volersi bene e ci mostrano un legame che spesso stentiamo a credere possa ancora esistere.
Quasi amici è un film che interpreta la vita come una partita in cui non è importante se si vince o si perde ma come si gioca. E' una storia non solo di amicizia e di valori importanti. E' la trama dell'esistenza che si snoda attraverso dolori e gioie, tra il sorriso e il pianto, tra la leggerezza e l'intensità dei giorni che passano veloci o lenti.
Le scene scorrono tra innumerevoli risate ed il cast è impeccabile. Una menzione speciale va anche alle musiche di Ludovico Einaudi. 
Un film da vedere... che, senza falsi moralismi, ci fa ricordare ciò che abbiamo e che il più delle volte poco apprezziamo...

mercoledì 9 maggio 2012

Continuare a sognare

Eccoci qui. Eccomi qui.
Non mi sento in vena di presentazioni. A parte comunicarvi che mi chiamo Chiara, non credo sia importante esporvi il mio curriculum vitae (ammesso che qualcuno si interessi del mio blog!). :)

Ciò che conta è perchè ho deciso di aprire una mia finestra sul mondo. Sono stufa e stanca dei tempi che mi corrono accanto, veloci e prepotenti. Sono annoiata dalla superficialità di manichini che camminano per strada, presuntuosi e arroganti, convinti di avere il mondo intero nel pugno della loro mano. I tempi non sono buoni. Lo dicono tutti, lo dicono in troppi. Come cambiarli?
Qualcosa è andato storto in passato, se le nuove generazioni, di cui faccio parte, non possono coltivare sogni, progetti, aspettative di vita. Io però continuo a farlo e mi auguro davvero, con tutta me stessa (e non è una frase di circostanza!) che anche voi lo facciate.

Vi saluto con un pezzo della colonna sonora di Magnifica presenza, l'ultimo film di Ferzan Ozpetek (che vi consiglio!), un viaggio nell'immaginario e nei sogni che ogni uomo rincorre nella sua triste quotidianietà.



martedì 1 maggio 2012

International Journalism Festival '12, diario di una volontaria

A Perugia si è rinnovato l’appuntamento con il Festival Internazionale del Giornalismo: dal 25 al 29 aprile la città umbra è stata teatro di questo grande evento che, giunto alla sua sesta edizione, ha portato all’attenzione del pubblico il mondo del web 2.0 con le sue molteplici sfaccettature e i suoi innumerevoli spunti di riflessione. Un tuffo in un mare di incontri, conferenze, laboratori, spettacoli teatrali con ospiti di rilievo, giornalisti, professori universitari, cantautori, registi, speaker radiofonici, blogger, scrittori, provenienti dal mondo intero. Tutti uniti dalla stessa passione per il mondo dell’informazione e della comunicazione. 

La sesta edizione del Festival Internazionale del Giornalismo ha superato di gran lunga tutte le aspettative con un boom di presenze ed un altissimo numero di visite e commenti online, soprattutto sui social network. Proprio dei social network si è discusso in più occasioni: a questi nuovi mezzi di comunicazione va il merito di aver cambiato e rivoluzionato il futuro dell’informazione negli ultimi anni, rendendola più trasparente, concreta e fluida. 

Per me è stato il primo anno tra i volontari: un’esperienza professionale unica nel suo genere. Il Festival del Giornalismo è immerso in un’atmosfera di freschezza, gioia e positività. Una settimana che scorre rapida, le giornate si dilatano e si restringono allo stesso tempo, ti senti parte di un tutto in cui hai la possibilità di imparare, crescere e relazionarti. Dietro il meraviglioso palcoscenico del Festival c’è il duro lavoro di mesi che vede impegnati Arianna Ciccone e il suo staff, persone che sostengono e amano questo progetto e s’impegnano per realizzarlo nel migliore dei modi.

Tanti sono stati i temi che il Festival del Giornalismo ha portato sotto gli occhi dei suoi spettatori. Dal precariato al futuro della carta stampata. Dall’importanza dell’informazione alle nuove tecnologie di comunicazione. Il giornalismo nel mondo del cinema e della musica. E ancora, incontri sulle donne e i media, tra diritti e volontà di farsi spazio in una società dove i posti di responsabilità sono il più delle volte occupati da uomini. 

Riflettori puntati anche sul ruolo che le organizzazioni umanitarie svolgono nel panorama nazionale ed internazionale: il Festival ha dato modo agli attivisti di Emergency, di Amnesty International, dell’Unicef, di raccontare il proprio operato comunicando l’importanza e la necessità di un aiuto e di un sostegno globale. In conclusione, l’esperienza de L’Isola dei cassintegrati raccontata dai creatori dell’omonimo blog, Michele Azzu e Marco Nurra.

(Caparezza ha indossato la loro t-shirt sul palco del concerto del 1° maggio, che gli era stata regalata proprio durante il Festival di Perugia!)